QUASI INNOCENTE di Paolo Pinna Parpaglia


Quasi innocente, un grande giallo italiano, recita in maniera non proprio minimalista la copertina dell'opera seconda di Parpaglia che in pratica bissa il titolo della prima: Quasi colpevole.
Sardo, di professione avvocato, Parpaglia ci aveva appassionato non poco con la freschezza della sua opera prima: un legal-thriller cagliaritano intrigante nella trama e abbastanza ad effetto nel finale. Con non poca curiosità abbiamo quindi preso in mano la sua seconda fatica e ci siamo sistemati per bene sulla poltrona per goderci quella che credevamo la nuova avventura del suo avvocato Quirico D’Escard, protagonista di Quasi colpevole.
E qui arriva la prima delusione: protagonista della vicenda non è il simpatico avvocato, bensì un'avvocatessa cagliaritana(Demelas) che viene chiamata in provincia per difendere un giovane accusato di omicidi realizzati con una dinamica particolarissima.
Da qui lo svolgersi della vicenda che vedrà diverse morti prima di giungere (poteva essere diversamente?), alla soluzione del caso che, detto fra noi immodestamente, avevamo azzeccato.
Ora, cosa abbia spinto l'autore a rinunciare a un personaggio che aveva riscosso il suo piccolo successo, resta un mistero alla luce, ahinoi, del risultato.
La protagonista cerca di sostenere il plot meno accattivante del precedente. Il personaggio è uno dei grossi limiti del libro: rimane infatti una figurina superficiale, poco incisiva, troppo nella norma, oseremmo dire banale.
E in un grande giallo italiano quello che conta purtroppo per Parpaglia è l'investigatore e se l'investigatore non c'è....
La vicenda poi alla lunga diventa tediosa, lo confessiamo: ci è scappato più di uno sbadiglio, ma stoicamente abbiamo resistito per vedere dove lo scrittore intendeva andare a parare, o quanto meno se avesse in serbo qualche coniglio dal cilindro.
Niente di tutto ciò e alla fine è giunto un finale, come detto, abbastanza scontato che ha aggravato la situazione.
Come poi un tale colpevole possa aver architettato una modalità di soppressione degna del miglior Hostel, (nella campagna sarda!) resta un grande mistero, forse quello veramente irrisolto del libro. Ecco qui un altro aspetto che non va.
Parpaglia tenta(forse) di dar voce alla sua Sardegna in quell'impari confronto con l'altra grande isola camilleriana: il risultato sembra quello di un Arzachena contro Real Madrid, la provincia sarda con i suoi segreti e le sue cospirazioni non ha l'appeal siciliano, tutto sembra piatto e non ci ha per nulla intrigato.
Concludendo: riconosciamo all'autore il coraggio di aver tentato da subito nuove strade investigative ma dobbiamo parlare purtroppo di un passo indietro rispetto all'opera prima.
Un consiglio: dare un carattere meno regionalistico alle sue opere per non rischiare il macchiettistico sempre in agguato e spesso letale come in questo Quasi innocente.

Amen






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